[X] Poesia… un archivio


La poesia mi ha sempre affascinato: traduce vita in parole e parole in musica e non cede facilmente al banale. La guerra ha altresì una sua poesia, traendo tutto il peggio e tutto il meglio dalla persona, nel confronto costante con la morte e nell’anelito alla vita e la poesia dal Kossovo – che ho scoperta in una piccola antologia senza data, parecchi anni fa (edizioni Besa / Serie Lune Nuove 49) – mi sembra una sinfonia di cui voglio farvi parte, particolarmente adatta, come è, a questo nostro tempo. Attingerò anche ad altre fonti, come a “Il fiore della libertà” – vecchia antologia dei grandi tascabili economici della Newton (1993) – ma è inutile nasconderlo, finchè non usciremo da questo stato di guerra costante, quello ne sarà il tema… Guerre? mi chiedete: la solita esagerata? Non viviamo forse in uno stato bellico più o meno dichiarato, dove il diritto di ciascuno è tenuto sotto scacco da quegli stessi che declamano democrazia e si riempiono la bocca della parola libertà?
Non si dimentichi il monito di Goethe “Nessuno è più irrimediabilmente schiavo, di coloro che sono falsamente convinti di essere liberi“.

laFiam

POESIE CHE HAN FLUTTUATO NELLA HOMEPAGE

[Maggio 2011]

IL TEMPO SUDICIO di Alexandre O’Neill (1958)

Ci sono giorni che odio
Come insulti cui non posso rispondere
Senza il pericolo di una intimità crudele
Con la mano che lancia il pus
Che lavora al servizio dell’infezione
Sono giorni che non avrebbero mai dovuto uscire

Dal cattivo tempo fisso
Che ci sfida dalla parete
Giorni che ci insultano che ci buttano
I sassi della paura i vetri della menzogna
Le monetine dell’umiliazione

Giorni o finestre sopra lo stagno
Che si specchia nel cielo
Giorni del giorno-per-giorno
Treni che portano il sonno a brontolare verso il lavoro

Il sonno centenario
Malvestito malnutrito
Verso il lavoro
La martellata in testa
La piccola morte maliziosa
Che nella spirale delle sirene
Si nasconde e fischia

Giorni che ho passato nelle fogne dei sogni
Dove il sordido dà la mano al sublime
Dove ho visto quanto è necessario dove ho imparato
Che solo fra gli uomini e per essi
Vale la pena di sognare

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da Nel Regno di Danimarca, 1958, in AA.VV., “Il fiore della libertà” GTE Newton 1993.

[Aprile 2011]

MALIKA ‘LAHSEN, Ci son voluti Cent’anni (1955)
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Si fanno briciole
La mia carne e il mio sole
si fanno briciole
e tu
sarai bianco
e tu
sarai nero
Fame
Accidia
Cattiva volontà
Ci sono voluti
Cento anni
Per fare un selvaggio
Ci sono voluti
Cento anni
e anche più

Si fanno briciole
Dipartimenti
Circoscrizioni
Si sbriciolano immagini
Con i fili spinati
Di frontiere
Si sbriciola la mia carne
Per fare la STORIA.

[Febbraio 2011]
“Giudizio pendente”, JOSE’ AUGUSTIN GOYTISOLO (Barcellona, 1928)

Un delitto è stato commesso.
Tutto il popolo ne è testimone.
Il giudice è assente, l’accusa
non c’è, le guardie
sono scappate.
Aspettiamo
anno dopo anno, sperando
nel castigo del colpevole.
Ma non arriva nessuno.
Il sentiero
si perde nella pianura,
vuoto.
Dice una voce:
“dobbiamo fare qualcosa”.
Assentiamo.
Il popolo
sarà giudice, pubblica accusa,
guardia e testimone.
E la difesa? Nulla,
non se ne ha notizia.
Ci sono
milioni d’occhi
fissi sull’assassino.
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da “Il fiore della libertà”, GTE Newton, 1993, p.76

[Gennaio 2011]
Nei “Giorni della Memoria”: di Diamant Abrashi, «QUANDO FARO’ RITORNO»
Quando farò ritorno
mi porterò dietro
tutti i miei ricordi
caricati nel bagaglio provvisorio
cancellerò dalla memoria tutto quello che bisogna cancellare
per essere uomo.

Quando farò ritorno
mi porterò dietro
tutta l’immagine dei valori
e imprimerò nella memoria
tutto quello che bisogna imprimere
per essere uomo
e forse con tutto questo bagaglio
apparterrò all’avvenire
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da POESIA DAL KOSSOVO, Besa (s.d.)

[Dicembre 2010]
Azem Shkreli, «STRADA»

Passa una volta una strada e
Ti prende inopinatamente con sé
Ti prende interamente, non resta
Alito né piuma di te
Tu ricordi di aver viaggiato
Ricordi che sei arrivato benedetto
Un signore sa se potrai fare ritorno
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da POESIA DAL KOSSOVO, Besa (s.d.)

[Gennaio]
Din Mehmeti, «GLI SFORZI DELLA PAROLA: PRIMO SFORZO»

L’amore sgorga
dalla fulgida luce
La felicità è l’inganno
Inutili sono le lacrime
Al cospetto della grazia
Col volo dell’uccello
inizia il canto della caduta e del risveglio
Perisca bruciato
colui che non ha cantato mai
A chi sa ridere quando è il tempo di farlo
Appartiene l’avvenire del mondo
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da POESIA DAL KOSSOVO, Besa (s.d.)

[Nei Giorni della Memoria: Gennaio-Febbraio]
Diamant Abrashi, «QUANDO FARO’ RITORNO»

Quando farò ritorno
mi porterò dietro
tutti i miei ricordi
caricati nel bagaglio provvisorio
cancellerò dalla memoria tutto quello che bisogna cancellare
per essere uomo.

Quando farò ritorno
mi porterò dietro
tutta l’immagine dei valori
e imprimerò nella memoria
tutto quello che bisogna imprimere
per essere uomo
e forse con tutto questo bagaglio
apparterrò all’avvenire
_____________________________
da POESIA DAL KOSSOVO, Besa (s.d.)

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