Bozza della legge di stabilità del 2016

Bozza-Stabilità-2016-16.10.15

Un membro della Rete 29 Aprile ha condiviso la bozza della legge di Stabilità che condivido qui a mia volta. E’ molto significativa, non solo della confusione mentale con cui si opera ai nostri vertici, ma anche della demagogia che si è impossessata dei loro cervelli, a dispetto delle lobby che, immagino, in ogni settore tentino di far comprendere la complessità delle materie che dovrebbero essere sottoposte a radicale riforma in questo Paese.

Noterete delle parti in giallo: ho sperato di trovare chiarimenti circa la follia di sopprimere tasse appena introdotte tagliando il gettito a favore dei comuni, al momento tamponato da una iniezione straordinaria che non si ripeterà dopo il 2016, impedendo l’erogazione di servizi, già pesantemente ridotti, a favore delle cittadinanze, in un’Italia che crolla letteralmente a pezzi, vittima di tagli ma anche di incapacità e approssimazioni crescenti che – com’è ovvio che sia -, dai vertici colano nei gangli economico-produttivi di questo Paese. Quel che mi pare particolarmente grave è che non si sia inteso porre alcun “tetto fiscale”, di modo da garantire i proprietari di castelli e ville – peraltro affatto toccati dalla crisi immobiliare – allo stesso modo dei proprietari di case popolari. Resta l’incognita della riforma del catasto sul cui avanzamento poco-nulla è dato sapere nè si è capito se sia il caso di  sperare in essa o se sia da temere grandemente, nella ricognizione di una qualche forma di giustizia economica.

Ma ovviamente la mia attenzione è andata soprattutto all’Università. Guardate attraverso l’allegata bozza del 16 ottobre il modo di ragionare di “questa gente”:
Art. 20 MERITO (Contenuti riferiti alla sola Università); Art. 21 MERITO E GIOVANI ECCELLENZE IN P.A. (Vuoto); Art. 22: UNIVERSITA’ (again). Quindi non un Governo non eletto si sottoporrà col suo staff di PA ad un accurato screening che ne valuti i meriti, ma ANCORA e SOLO l’Università dovrà farlo. L’Università continua ad essere trattata come un leviatano familista e saprofitico della società e non quale la partoriente d’eccellenze che è, le quali, dotate di una buona formazione, scappano altrove abbandonando la nave che affonda e tamponando le falle delle altre (che, credetemi, ne hanno).

Come da lettera sottostante, si rileva L’INTENTO DI INGOLFARE DI GENTE STRUTTURE GRAVEMENTE IMPOVERITE da anni di sistematica riduzione dei fondi E DI ALLOCARE FONDI SOLO ALLO SCOPO DI NUOVE ASSUNZIONI A QUESTO SCOPO ED A POTENZIARE I CONTROLLORI AI MARGINI DELL’ARENA (guardate le allocazioni e l’insistenza per il potenziamento dell’ANVUR). In tutto ciò NESSUN FONDO PER LE MIGLIORIE STRUTTURALI E PER LA RICERCA, se non da avanzi da convertirsi una volta obbedito al mandato di buttar gladiatori nell’arena, e possibilmente FACENDO RIENTRARE DA FUORI CHI DA QUESTO PAESE SENZA OPPORTUNITA’ E’ SCAPPATO, e da dove, se ha giocato le carte che altri Paesi e non il nostro gli han offerto, ha saputo consolidare la propria posizione scientifica, riceverà ulteriori benefici (il gruzzoletto) grazie ai criteri che privilegiano la sudditanza psicologica nei confronti dell’erba del vicino (la stessa che Renzi accusa il nostro Paese di avere verso la UE, ma che riproduce sistematicamente in questo suo governo). Insomma tutto per non rinvigorire lo stimolo a restare in questo Paese in chi è rimasto nonostante tutto e in chi è rientrato prima e si è arenato qui, intrappolato tra età che avanza, coscienziosa lealtà nei confronti del nostro studentato e affetti, ma che sovente pensa di aver fatto un macroscopico errore.

Dappertutto ho scritto e non sul mio sito! Ma è ora… LETTERA AL RETTORE VAGO, AL CUN E AD ALTRE RAPPRESENTANZE UNIVERSITARIE

Assorbita da una miriade di impegni, soprattutto volti a sensibilizzare circa il problema dei conflitti per la terra, ma anche a contrastare questa attitudine ciecamente osservante le direttive Ministeriali e Governative che dimostrano per fatti come la demagogia abbia sostituito l’obiettivo delle politiche educative e della formazione in una nazione, quasi quasi ho dimenticato di avere un sito mio, un luogo in cui allacciare i nodi… Già: i nodi. E’ chiaro che non si voglia costruire qui una cittadinanza al possibile obiettiva e coscienziosa per le prossime scelte che compirà. Come un Governo che non è stato scelto e votato possa volere una cittadinanza cosciente è ovviamente il nodo della questione ed è l’unica giustificazione possibile all’ipotizzare una “buona scuola” privatizzata e un’università priva di mezzi nel cui calderone si vuol creare un’esasperata e improduttiva competizione.

Questa la Lettera che ho scritto al mio Rettore et AA. sperando che qualcuno si assuma la responsabilità di difendere quantomeno il senso di quel che stiamo facendo:

Caro Rettore, cari membri del CUN, cara Direttrice, caro rappresentante in Senato, cari Colleghi,
la recentissima manovra – di cui vengono date anticipazioni, assaggi, ma non ancora un testo – dimostra come senza resistenza non si ottenga altro che Universitari ed Università siano considerati ufficialmente entità di incapaci, dimostrando non solo per slogan, ma rafforzando con politiche la visione secondo cui “l’Italia migliore” se ne sia andata all’estero, lasciando quella peggiore a gestirsi l’Università.
Di fatto, siamo l’Italia senza midollo, incapace di lottare per i propri interessi e non mi riferisco solo al blocco degli scatti stipendiali: ora, nuovi disgraziati senza garanzie vengano gettati nell’arena col piano per far entrare 1000 ricercatori + 500 con programma “rientro cervelli”, questi addirittura da dotarsi di “gruzzoletto” per fare ricerche alla faccia di chi è rimasto qui a lottare senza risorse, mentre, come ho avuto modo di apprendere di recente, in tutta la Statale si stanno abbattendo sistematicamente le spese relative a database, riviste e libri e non c’è una lira per la sostenibilità energetica dell’ateneo … e dovremmo essere il secondo ateneo d’Italia! E’ certo che dobbiamo reintegrare del 30% di universitari perduti la nostra compagine, ma prima si rafforzi l’esistente e si diano a chi ha scelto di rimanere in questo Paese le stesse condizioni che quanti hanno espatriato sono andati a cercarsi ed han trovato, evitando ulteriori emorragie di cervelli e poi, in un secondo tempo, eventualmente per permetter loro di rientrare, qualora lo richiedano, si continuino a stanziare fondi!
Non particolarmente leonini per costituzione, l’ulteriore frammentazione che abbiamo subito con l’abbattimento delle Facoltà, ci ha reso ancora più deboli, perché sembra impedirci la visione d’insieme, ma mi auguro non vittime passive di questo sistema. Voglio augurarmi che non si continui tentando la delazione di coloro che intendono resistere, dicendo che non producano o che non abbiano nulla da perdere essendo prossimi alla pensione. Astenersi dal partecipare alla nuova VQR, ed ovviamente farlo in massa, è l’unico modo per non far soffrire lo studentato nell’opporsi a questa valutazione or ora espressa in politica dal Governo, ulteriormente lesiva della nostra dignità e far capire che siamo assolutamente in grado di valutare la situazione che si sta rendendo sempre più INSOSTENIBILE e non per la mala gestione “dal basso”, dato che le nostre amministrazioni stanno facendo i salti mortali, ma dal Governo!
Mi auguro davvero che si voglia discutere di questo, che i nostri rappresentanti in Senato si confrontino con la base sulle opportunità di reazione e che i nostri Rettori vogliano assumere una posizione ferma difendendo la nostra dignità e il nostro futuro. Altri Atenei si stanno muovendo (sotto un esempio).
Con apprensione

Cristiana Fiamingo

Prof. Cristiana Fiamingo
UFF: Università degli Studi di Milano
Dipartimento Studi Internazionali, Giuridici e Storico-politici
Storia e istituzioni dell’Africa
Via Conservatorio, 7 – 20122 Milano
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