Addì 25 Aprile, agli indegni di un sacrificio non scontato

Per me non è solo questione di “mestiere”. Io sono una fan sfegatata della COSA PUBBLICA e mi sento onorata di accrescerne il potenziale con tutte le mie forze. Resistenza – democrazia – cosa pubblica sono un tutt’uno per me e, ancorchè scuola ed università esistessero anche durante il Fascismo, per me istruzione e formazione sono un fluido che nessuna barriera dovrebbe ostacolare e ideologia o corruzione e interessi di qualsivoglia natura deviare. Di qui questo mio intervento sull’università, oggi, dopo mesi.

Seguo ROARS che, blog accademico pur non privo di difetti (tra i quali giganteggia l’incapacità di fare corpo con tutto il comparto dell’istruzione), pubblica e rimbalza con ammirevole continuità tutto ciò che sia passibile di sensibilizzare i colleghi sulla gravità del momento e la difficoltà ad immaginare un futuro alle attuali condizioni, che non sia fonte di pentimento a venire per l’ignavia, pur contemplativa, che la maggioranza ha adottato.

Io lo so perchè si tace. Perchè lasciando il leviatano a sguazzare nella melma magari non guarda bene e lascia in pace chi lavora, salvo poi arrogarsene i meriti: ma chi fa, e fa bene, è pago di quel che ha fatto ed è già oltre, a quel punto. Il tragico è che intanto, indisturbati, baroni e baronesse che mai han deposto lo scettro – molti nemmeno con la pensione – stanno usando le mai deposte armi di ricatto per mandare avanti quei quattro sciamannati che si prestano, attraverso le loro stesse persone a diffonderne il potere corrotto, perchè domani, magari, potranno riempire il modello, il vuoto lasciato dai loro “maestri”.

Il potere per il potere: è il cancro della cosa pubblica anche in tempo di crisi, anche quando non ci sono apparenti interessi pecuniari, anche quando i colleghi vedono in un organo di giudizio una garanzia per il merito, senza guardare a chi ne regge i fili, sospendendo la critica di fronte a un ministero diretto da colleghi (è ridondante, lo so, ma sempre di questi si tratta) che non possono non essere consapevoli del marciume e non lo combattono perchè ne sono parte, se non altro per aver accettato tutto questo, sin qui. Non ne usciremo mai.

Raccomando caldamente la lettura de’: La riforma Gelmini e il sogno dei professori, di Talamanca, 24 Aprile 2016

Leggete inoltre: Human Technopole: IIT ha «540 milioni in conti bancari e investimenti». Dare ancora soldi è intelligente? by Redazione ROARS